Infanzia e adolescenza2018-12-04T09:22:02+00:00

Area Infanzia e Adolescenza

L’infanzia è una fase dello sviluppo in cui si affrontano molti cambiamenti sul piano fisico, cognitivo, emotivo, affettivo e comportamentale, ed è il momento in cui si creano le basi della personalità adulta.

L’infanzia può essere suddivisa in quattro fasce in base all’età:
prima infanzia da 0 a 2 anni: periodo in cui i bambini acquisiscono una progressiva autonomia dal punto di vista motorio e compiono le prime conquiste in ambito linguistico.
seconda infanzia da 2 a 6 anni: quando si consolida l’autonomia motoria, si sviluppano le competenze linguistiche, si apprendono i principali comportamenti sociali imparando a relazionarsi con adulti e coetanei.
terza infanzia da 6 a 11 anni: la fase in cui i bambini frequentano la scuola primaria, imparano a gestire il confronto con gli altri, consolidano le loro conoscenze e acquisiscono competenze nella letto-scrittura, nel calcolo, nel ragionamento, rielaborano e assimilano i concetti appresi.
preadoloscenza da 11 a 13 anni: il momento di passaggio, durante il quale ci si prepara ai cambiamenti psico-fisici dell’adolescenza. È un periodo particolarmente delicato della vita perché si sovrappongono ambivalenze e contraddizioni, quali il desiderio di autonomia e di auto-affermazione, contrapposti al bisogno di protezione e di sicurezze affettive.
Oltre a conoscere quali siano i processi che accompagnano la crescita dei bambini, è altrettanto importante comprendere quanto gli adulti di riferimento (genitori, insegnanti…) influiscano sulla loro evoluzione, la loro maturazione e il loro equilibrio.

L’adolescenza è la fase dello sviluppo in cui ci si prepara alla vita adulta, acquisendo le caratteristiche psicofisiche che servono per raggiungere la maturità, sviluppando le competenze cognitive e sociali necessarie per l’inserimento nel mondo sociale.
Si tratta di una fase di transizione dalla gloriosa età infantile, caratterizzata da onnipotenza narcisistica, alla tanto attesa età adulta e richiede una riorganizzazione psichica generale.

l’assunzione di un’identità di ruolo maschile e femminile in adolescenza è come una seconda nascita che richiede:
– la mentalizzazione del corpo,
– la trasformazione del rapporto con i genitori,
– l’inserimento nel gruppo dei pari,
– l’avvio di relazioni sentimentali.
La realizzazione di questi compiti e inevitabilmente attraversata da conflitti, nel mondo interno ed in quello esterno. Una crisi adolescenziale non è considerata come malattia mentale, ma come
espressione di un blocco nel percorso di crescita.

I nostri servizi

La visita di neuropsichiatria infantile viene effettuata esclusivamente da professionisti laureati in medicina e specializzati in neuropsichiatria infantile.
È riservata ad individui in età infantile o adolescenziale e si prefigge lo scopo di individuare disagi a malfunzionamenti di natura neuropsichiatrica.

Nella visita vengono valutati:
Funzioni neurologiche: meccanismi fisici che regolano il sistema nervoso (cervello, cervelletto, midollo spinale, nervi) per quanto riguarda lo stato di vigilanza (es. coma, epilessia), le funzioni motorie (es. paralisi, disturbi dell’equilibrio), le funzioni sensitive (es. parestesie) e la sintomatologia dolorosa (es. cefalea, nevralgia)
Funzioni psichiche: aspetti mentali e comportamentali, che riguardano le funzioni di pensiero (es. schizofrenia, disturbo ossessivo-compulsivo), lo stato dell’umore (es. depressione, disturbo bipolare), le emozioni (es. ansia, rabbia), l’adattamento all’ambiente circostante (es. ritiro sociale, autismo)

Solitamente la visita con il bambino o l’adolescente è preceduta da un colloquio con i familiari per raccogliere informazioni preliminari alla valutazione diretta.
La durata e la frequenza delle visite vengono stabilite in ragione delle necessità e del trattamento che viene consigliato e che può consistere in terapia farmacologiche, terapie psicologiche o terapie educative/riabilitative (es. logopedia, terapia occupazionale, sostegno scolastico).

La psicoterapia: è uno strumento di cura che, attraverso l’uso della parola, ha lo scopo di aiutare la persona a conoscersi meglio, ad alleviare la propria sofferenza e ad accrescere il proprio benessere psico-fisico, migliorando la qualità di vita, promuovendo riflessioni personali, autoanalisi e fornendo anche qualche utile strategia. La psicoterapia funziona grazie ad una relazione di alleanza terapeutica, ovvero un clima di reciproca fiducia che si instaura fra due persone, una delle quali ha particolari competenze utili alla cura e all’aiuto della persona portatrice di un disagio.

Si tratta di un percorso di cura rivolto ad un numero limitato di persone che si incontra, regolarmente, per un certo periodo di tempo. Il gruppo, attraverso la creazione di un luogo protetto e un accordo di riservatezza, incoraggia l’apertura mentale, gli scambi personali tra i membri e si propone di esplorare e sviluppare la propria modalità di mettersi in relazione con l’altro. La finalità è quella di agire in modo trasformativo su un disagio psicologico e relazionale.
Tra i più importanti fattori terapeutici, che derivano dalle dinamiche di gruppo, intervengono: senso di coesione ed identificazione, universalità (ovvero, il sentimento di non essere il solo a trovarsi in una situazione spiacevole), senso di speranza, altruismo, assunzione di responsabilità, migliore comprensione del sé, riattuazione delle dinamiche relazionali tipiche di ognuno, senso di liberazione, apprendimento interpersonale e scambio di informazioni.
Il potenziale terapeutico dei gruppi dipende principalmente dal processo collaborativo e dalle capacità relazionali dei membri, agevolate dal contesto protetto e dalla gestione da parte del terapeuta; il coinvolgimento e l’intimità, all’interno dello stesso, sono elementi basilari nel processo terapeutico e rendono il gruppo un potentissimo moltiplicatore del processo di maturazione. Inoltre, il gruppo é uno stimolo per far maturare una migliore consapevolezza rispetto alle proprie relazioni del presente e del passato e alle proprie esperienze e legami con la famiglia di appartenenza.
L’accesso dipende da valutazioni cliniche da parte del terapeuta, attraverso un inter diagnostico di colloqui individuali.

PROTOCOLLO DIAGNOSI DSA
Raccolta del motivo della richiesta, anamnesi remota: minimo 1 incontro
Esame Obiettivo Neurologico (EON): minimo 1 incontro
Valutazione neuropsicologica del minore attraverso colloquio psicologico, test carta e matita e QAS (batteria AMOS). Eventuale somministrazione di test aggiuntivi per approfondire aspetti emersi in anamnesi o nel colloquio, come difficoltà attentive, tratti d’ansia…: minimo 1 incontro
Valutazione cognitiva con WISC IV: minimo 2 incontri
Valutazione apprendimenti (Prove MT, DDE-2, BDE,AC-MT, BVSCO-2). Eventuale somministrazione di altri test per approfondire difficoltà osservate (ad esempio difficoltà di linguaggio, impaccio grafo-motorio): minimo 3 incontri
Sintesi caso in equipe e stesura relazione clinica
Colloquio di restituzione alla famiglia: minimo 1 incontro

Costo indicativo minimo: 650 euro

Possibili prestazioni aggiuntive:
Colloquio psicologico con i genitori
Colloquio NPI con i genitori
Colloquio psicologico/neuropsicologico con il bambino (psicologo)
Approfondimenti logopedici (logopedista)

Costo indicativo massimo: 1000 euro

È impossibile trovare una definizione dell’essere genitore che sappia trasmettere il vero significato, anzi, la pluralità di significati di questa espressione.
Si diventa genitore nel momento in cui nasce un figlio e, insieme con lui, si crea un rapporto che cresce giorno per giorno e che attraversa continuamente nuove fasi.
La necessità di accudire fisicamente il proprio bambino si unisce alla necessità di instaurare una relazione educativa che richiede costante energia e impegno. Il ruolo del genitore è talmente importante da far sorgere, talvolta, incertezze, paure, stanchezze che si accompagnano a grandi gioie, affetto profondo e impegno costante.
Essere genitore significa porsi continuamente domande a cui è difficilissimo dare una risposta: sto facendo la cosa giusta? Sono all’altezza del mio ruolo? Sono un punto di riferimento solido per mio figlio? Riesco a rinunciare alle mie aspettative per lasciare spazio alla sua soggettività? Sono troppo permissivo? Sono troppo severo? Riesco a tollerare di essere messo in discussione da lui? E tanti altri pensieri.

Il sostegno alla genitorialità si pone come obiettivo generale il sostenere le famiglie nelle loro funzioni educative, in modo da favorire un ambiente sicuro, fertile e sereno.
Si rivolge a genitori (in coppia o singoli) che stanno attraversando un momento di difficoltà nello svolgere il proprio ruolo, ad esempio in situazioni di conflitto familiare, di difficoltà scolastica del figlio, all’arrivo di un nuovo componente della famiglia, nel momento in cui il proprio bambino o ragazzo riceve una diagnosi, e in tante altre situazioni.
Partendo dal presupposto che ogni famiglia è unica ed irripetibile e che non esistono manuali o ricette preconfezionati che spieghino o insegnino come essere genitore, lo scopo del sostegno alla genitorialità consiste nell’individuare insieme la migliore strada da percorrere in un particolare momento della crescita dei propri figli.
Le modalità di intervento possono interessare sia piccoli gruppi di confronto sulla genitorialità sia incontri individuali o di coppia con un professionista.

Diventare genitori è un processo complesso e delicato, spesso carico di gioia ma anche dubbi, aspettative, domande, ansie e responsabilità.
Nel periodo della gravidanza sia la futura mamma che il futuro papà attraversano, in modo diverso, una serie di stati d’animo e di emozioni talvolta contrastanti. La futura mamma, inoltre, deve affrontare le modificazioni del proprio corpo e della propria immagine, lo squilibrio ormonale e umorale.
La coppia inizia a creare uno spazio per una terza persona che cambierà l’equilibrio che si era creato fino a quel momento.
Può essere utile, durante questi mesi, condividere i propri pensieri e le proprie sensazioni con un professionista che possa dare ascolto e accoglimento a tutte le domande, le perplessità e a tutti gli stati d’animo in modo non giudicante.
La modalità di intervento prevede un breve ciclo di incontri di gruppo con futuri genitori, che possano offrire lo spazio per il confronto e l’analisi dei propri stati d’animo e delle aspettative sotto la guida di un professionista del settore.
In alcune situazioni, nelle quali emergono esigenze particolari, è possibile strutturare tali incontri in modo individuale o di coppia insieme allo psicologo.

“La terapia occupazionale è una professione sanitaria che promuove la salute e il benessere della persona attraverso l’occupazione” (WFOT,2004)

PER ADULTI

La terapia occupazionale per adulti si prefigge lo scopo di individuare gli ostacoli all’autonomia provocati da malattie o incidenti insorti dopo il completo sviluppo psico-fisico, come ad esempio ictus cerebrali, eventi traumatici, malattie degenerative…
Una malattia o un trauma possono portare a una condizione con variabili gradi di compromissione fisica, psichica, cognitiva, comportamentale ed emotiva. A seconda dell’esito ci possono essere importanti limitazioni nelle attività quotidiane, del lavoro e del tempo libero con ripercussioni sulla vita della persona e dell’intera famiglia.
Il terapista occupazionale ha le competenze e gli strumenti per individuare e valutare insieme alla persona, la famiglia e il caregiver gli ostacoli all’autonomia e alla partecipazione causati dall’evento patologico.
Può poi intervenire per raggiungere miglior recupero di funzione e di autonomia possibile e per sostenere, promuovere e guidare l’apprendimento adattivo del nuovo stato di salute. Gli obiettivi e le modalità di intervento variano in base all’entità della lesione, agli esiti, alla persona e al suo contesto

Obiettivi
• Recupero o mantenimento del proprio ruolo nella famiglia e nel proprio contesto sociale e lavorativo
• Recupero o Miglioramento dell’autonomia nelle principali attività quotidiane relative alla cura personale (mangiare, lavarsi, vestirsi, etc), allo studio/lavoro ed al tempo libero ( dipingere, leggere, scrivere, cucinare, giardinaggio ecc)
• Recupero/miglioramento delle capacità di spostarsi in autonomia sia in casa che all’esterno (con ausili, mezzo proprio adattato, mezzi pubblici, …)
• Accrescimento dell’autostima e del senso di competenza
.• Riduzione dei rischi di aggravamento degli esiti dell’ictus.
• Evitare il trasferimento in strutture assistite conservando la possibilità di continuare a vivere nella propria casa.
• Consentire il ritorno alle attività sociali desiderate.
• Consentire il ritorno al lavoro

Luoghi e modalità d’intervento
In fase riabilitativa (in reparto o struttura):
• Attività per recupero dell’autonomia nelle principali attività quotidiane relative alla cura personale (mangiare, lavarsi, vestirsi, etc), al lavoro ed al tempo libero (dipingere, leggere, scrivere, cucinare, giardinaggio etc)
• Recupero/miglioramento delle funzioni sensomotorie (attività di stimolazione della coordinazione, di manualità fine, di rinforzo delle prese e pinze della mano) per aumentare la partecipazione nel quotidiano
• Gestione dei disturbi cognitivi e studio di strategie di compenso (esempio per attenzione, memoria, abilità di organizzazione, etc).
• Addestramento ai trasferimenti e all’utilizzo di ausili personalizzati
A casa:
• Valutazione degli ambienti per individuare gli ostacoli alle attività, al movimento
• Potenziamento massimale delle funzioni motorie e cognitive per accompagnare la persona nel recupero delle proprie autonomie.
• Addestramento dell’eventuale caregiver e dei famigliari.
• Adattamenti ambientali e riorganizzazione degli spazi abitativi per prevenire le cadute, diminuire la fatica, facilitare spostamenti e trasferimenti in sicurezza.

IN ETA’ EVOLUTIVA

La Terapia Occupazionale in età evolutiva si rivolge a bambini e adolescenti che presentano limitazioni nella partecipazione ad attività di vita quotidiana.
Possono essere bambini con:
– Patologie neuromotorie ( Paralisi Cerebrali Infantili, Distrofie…)
– Disturbo della coordinazione motoria (DCD)
– Disprassia
– Disturbi dell’apprendimento (DSA)
– Deficit di attenzione e Iperattività (ADHD)
– Disabilità intellettiva
– Disturbi del comportamento
– Disturbi pervasivi dello sviluppo
– Deficit sensoriali
– Disturbi di natura congenita o acquisita

Per svolgere qualsiasi attività sono fondamentali numerose funzioni e abilità nelle quali questi bambini possono incontrare in alcune abilità come:
– Motricità fine e grossolana
– Grafomotricità
– Coordinazione e destrezza
– Organizzazione e pianificazione
– Capacità visuo-spaziale
– Pensiero logico, attenzione e memoria
– Raccolta ed elaborazione delle informazioni sensoriali
– Autostima e motivazione

Ha l’obiettivo di:
– Promuovere e sviluppare l’autonomia del bambino nelle attività di vita quotidiana che comprendono la cura di sé, lo studio ed il tempo libero.
– Cura di sé
– Lavare i denti
– Organizzare lo zaino
– Fare la doccia
– Vestirsi
– Allacciarsi le scarpe o i bottoni
– Utilizzare forchetta e coltello
– Tempo
– Libero
– Giocare
– Praticare uno sport
– Suonare uno strumento
– Dedicarsi ad un hobby
– Costruire
– Studio
– Scrivere a mano
– Scrivere a pc
– Ritagliare con le forbici
– Colorare
– Utilizzare il righello
– Gestire lo spazio del foglio
– Disegnare

Come interviene?
Per garantire un intervento individualizzato e costruito sulle esigenze del bambino, in terapista occupazionale:
– Effettua una valutazione sui bisogni segnalati;
– Coinvolge il bambino e chi si occupa di lui nella
definizione degli obiettivi del trattamento;

Attua l’intervento riabilitativo:
– Promuovendo l’acquisizione di strategie
– Individuando ausili e ortesi per favorire l’adattamento dell’attività o il superamento delle barriere architettoniche
– Adattando l’ambiente
– Offrendo consulenza alla famiglia ed alla scuola
– Verifica il raggiungimento degli obiettivi

L’inserimento nella scuola, l’integrazione coi coetanei, l’apprendimento delle regole sociali, l’acquisizione di concetti sempre più complessi, sono alcune delle condizioni che i bambini si trovano ad affrontare già a partire dalla seconda infanzia. Non è raro che, durante queste esperienze, qualcuno incontri difficoltà di vario genere. Difficoltà che, a volte, possono crescere fino a diventare un vero e proprio disagio.
Spesso i ragazzi non riescono a esprimere chiaramente quali siano le loro sofferenze, né quale ne sia la causa. Talvolta vivono il loro disagio come se fosse una condizione inevitabile. Solitamente è il genitore, o un insegnante, ad accorgersi della sofferenza vissuta dal ragazzo, osservandone i cambiamenti di umore, le trasformazioni nei comportamenti, nella postura, le difficoltà, o addirittura il rifiuto, nell’eseguire i compiti assegnati. Può rendersi necessario, allora, un intervento psico-educativo, sia in presenza di difficoltà limitate, puramente a scopo di prevenzione e sostegno, sia in caso conclamato, sotto forma di psicoterapia.

Obiettivi
• Migliorare le capacità relazionali e comportamentali
• Acquisire consapevolezza delle proprie caratteristiche
• Imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni
• Sviluppare strategie compensative in situazioni particolari (DSA, BES, …)

Modalità d’intervento
Gli interventi sono effettuati da un’equipe integrata di professionisti (psicologi, educatori, formatori, psicopedagogisti…).
Dopo un primo colloquio di anamnesi, sono concordati gli incontri e la progettazione di percorsi specifici per il superamento delle difficoltà di apprendimento, relazione, comportamento o di altro tipo.
Gli interventi sono basati sull’osservazione diretta, su attività ludiche e sul colloquio, sia con i minori, sia con i genitori e/o gli insegnanti.
In base alle finalità dell’intervento possono essere adottati anche specifici mezzi di indagine, come test, questionari o analisi della scrittura, oltre particolari tecniche operative adatte alle singole situazioni.
I genitori sono coinvolti, sia con i colloqui introduttivi, sia attraverso la compilazione di questionari, sia con suggerimenti di specifiche strategie da applicare.
Gli insegnanti possono essere sostenuti nella programmazione e nell’attuazione di percorsi individualizzati.

Già dai primi anni di scuola, si possono manifestare segnali di malessere e insoddisfazione per la vita scolastica che, col passare del tempo possono trasformarsi in disinteresse nei confronti di ogni tipo di apprendimento e di studio. Le esperienze negative e gli insuccessi accumulati, infatti, incrementano insicurezze e dubbi sulle proprie capacità. E questo disagio, spesso, si riversa anche sulla vita affettiva e famigliare.
È importante, quindi, intervenire tempestivamente offrendo un supporto stimolante e compensativo, adeguato ai bisogni degli studenti, siano essi bambini o adolescenti; valorizzando in ognuno i propri punti di forza e le caratteristiche personali; rispettando i ritmi individuali d’apprendimento e di interiorizzazione; sostenendo l’autostima.

LA NOSTRA PROPOSTA
Aiutare i bambini e i ragazzi nello studio e nello svolgimento dei compiti scolastici, compensando le esperienze negative e valorizzando, in ognuno, le caratteristiche personali.
Sviluppare il piacere della scoperta e della ricerca e l’interesse per l’apprendimento e lo studio.

OBIETTIVI
• Sostenere l’autostima dei ragazzi
• Sviluppare un metodo di studio efficace e, gradualmente, più autonomo
• Creare strategie personalizzate, utilizzando strumenti compensativi di apprendimento
• Migliorare l’organizzazione nello svolgimento dei compiti assegnati dalla scuola
• Definire eventuali percorsi di recupero di alcune discipline scolastiche
• Offrire attività di potenziamento, rinforzo o rieducazione, a chi ha difficoltà (DSA, dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia…)
• Sviluppare nuove abilità e/o migliorare quelle già possedute
• Ampliare i processi cogniti, soprattutto per chi fatica ad apprendere secondo i metodi tradizionali

MODALITÀ
La proposta è rivolta agli studenti di scuola primaria e secondaria, di primo e secondo grado.
Gli incontri si svolgeranno individualmente o, su richiesta, per piccoli gruppi secondo le esigenze.
Le strategie d’intervento saranno definite dopo i colloqui preliminari con i genitori e gli studenti.
Per i più piccoli, il percorso sarà creato alternando momenti di maggiore concentrazione ad altri di attività ludiche e creative.

I colloqui con l’equipe pedagogica prevedono la possibilità di un confronto diretto tra l’equipe formativa, rappresentata dagli insegnanti, e quella terapeutica, che può comprendere varie figure professionali (psicologo, educatore, logopedista…) al fine di trovare un terreno di intervento comune che tenga in prima piano le esigenze e le caratteristiche della persona assistita.
Gli incontri possono essere promossi tanto dalla scuola quanto dall’equipe curante nel momento in cui emergono problematiche di confine tra l’ambito terapeutico ed educativo, strettamente legati nelle fasce d’età infantile ed adolescenziale.
Lo scopo degli incontri consiste nell’individuare le strategie migliori per creare un ambiente di crescita sereno e stimolante.

Vi sono momenti in cui si rende necessario effettuare una scelta che poi si rifletterà sulla qualità della vita futura. Questo avviene sempre al termine delle scuole secondarie inferiore e superiore, per poter proseguire il percorso di studi o per intraprendere un’attività professionale, ma anche in altre situazioni. Ad esempio, quando si vuole modificare un percorso già intrapreso, sia scolastico, sia lavorativo, o quando non si è soddisfatti della propria realtà professionale o famigliare. In questi casi, può essere utile il consiglio di professionisti in grado di aiutare ad individuare quale sia la decisione più opportuna.

Obiettivi
• Promuovere la riflessione su se stessi, sulle proprie aspirazioni, capacità e possibilità.
• Allontanare la possibilità di effettuare una scelta sbagliata che comprometterebbe la successiva carriera personale, scolastica o lavorativa.

Modalità d’intervento
I soggetti sono guidati ad effettuare una scelta consapevole e aiutati a scoprire le loro propensioni scolastiche, universitarie e/o professionali, attraverso un’indagine riguardante le attitudini e le caratteristiche individuali, gli interessi culturali e ricreativi, le competenze acquisite e la storia personale. Come strumenti specifici, oltre al colloquio col soggetto, ed eventualmente coi famigliari, vengono adottati test psico-attitudinali, questionari, analisi della scrittura e del disegno.
A chi deve scegliere la scuola secondaria superiore, vengono presentate le scuole del territorio, analizzando i vari istituti scolastici, le loro offerte formative e le modalità organizzative.
Per la scelta della facoltà universitaria, vengono esaminate le proposte dei vari atenei, relativamente ai corsi di laurea, ai piani di studio e ai successivi sbocchi professionali.
E per coloro che già frequentano una scuola superiore, un corso formativo, o una facoltà universitaria, ma non sono soddisfatti della scelta effettuata, è possibile intervenire tempestivamente con un RIORIENTAMENTO per poter proseguire il proprio percorso formativo in modo sereno e soddisfacente.

Normalmente l’orientamento richiede tre incontri, alla fine dei quali avviene la restituzione dei risultati emersi dai colloqui e dalle prove somministrate, e il confronto riguardo alla scelta da effettuare

Laboratori ludico-socializzanti
Si tratta di attività rivolte ad utenti di età infantile, organizzate per piccoli gruppi che si incontrano settimanalmente.
Le finalità dei nostri laboratori sono:
• sviluppare la creatività individuale utilizzando vari linguaggi
• sviluppare le abilità espressive ed espositive
• migliorare la comunicazione e le abilità sociali
Attualmente i laboratori proposti sono:

Laboratorio di animazione musicale
Lo studio della musica contribuisce allo sviluppo sensitivo e cognitivo, aiutando a sviluppare le capacità mnemoniche, l’attenzione, la concentrazione e favorendo l’autocontrollo. Il nostro obiettivo è di sviluppare queste abilità, in modo giocoso e divertente.
Nel nostro laboratorio i bambini vengono avvicinati alla musica attraverso l’ascolto, l’analisi e la riproduzione di suoni, prodotti dalla natura e da oggetti di uso comune. Si procede poi con la costruzione di oggetti sonori, utilizzando materiale facilmente reperibile. Si eseguono canti animati e si realizzano animazioni musicali. La realizzazione di piccoli concerti o animazioni, offre ai bambini, oltre al divertimento e alla gratificazione per i facili successi ottenuti, anche l’opportunità di osservare attentamente gli altri per poter suonare, cantare, o danzare bene tutti insieme.
Un esempio di questa attività è la realizzazione di una Favola musicale.

Laboratorio di lettura e animazione teatrale
Leggere migliora le capacità di attenzione e concentrazione. Rafforza la memoria, sollecita l’immaginazione e la creatività. Sviluppa l’intelligenza emotiva e la capacità di immedesimarsi negli altri, di comprendere e comunicare le proprie emozioni, di provare empatia. Aiuta infine a sviluppare l’ascolto della propria interiorità. Infatti, durante la lettura, si possono sperimentare varie emozioni, curiosità, paure, turbamenti, anche attraverso l’identificazione con i personaggi o gli episodi del racconto. Inoltre, leggere BENE è molto gratificante e indispensabile per affrontare serenamente lo studio di qualsiasi disciplina.
Nel nostro laboratorio i bambini vengono coinvolti nella lettura di vari brani per procedere poi con riflessioni e conversazioni sulle tematiche affrontate, sia per approfondire la comprensione del testo, sia per sviluppare le abilità espositive. Talvolta, si realizzano piccole animazioni teatrali, o rappresentazioni grafiche, tipo fumetti, dei brani letti.

I disturbi

E’ un disturbo del comportamento caratterizzato da iperattività motoria, scarsa attenzione ed impulsività.
Frequentemente si presenta in associazione ad altri disturbi tipici dell’età evolutiva (DSA, disturbi della condotta…).
Il trattamento consiste in interventi di natura psicologica ed educativa, accompagnati da un sostegno ai familiari.

I disturbi dell’apprendimento consistono nella difficoltà nell’imparare abilità specifiche e quindi impediscono l’autosufficienza nelle attività di apprendimento.
Si manifestano generalmente in età infantile e colpiscono bambini con un livello di intelligenza nella norma.

I più frequenti sono:
• Dislessia
• Disgrafia
• Disortografia
• Discalculia
• Disturbo dell’apprendimento non verbale

Il trattamento prevede il supporto educativo, il sostegno psicologico e tecniche educative specifiche.
In alcuni casi è utile un intervento di supporto ai familiari.

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