Servizi alle Aziende
Da diversi anni lo Studio Patat collabora con strutture sanitarie ed educative fornendo supporto specialistico di consulenza e formazione.
La presenza di numerosi professionisti con esperienza nell’ambito della salute mentale e dell’educazione permette infatti di sviluppare progetti ad hoc dedicati a realtà esterne che necessitano di un supporto specialistico.
La proposta può riguardare vari ambiti di intervento:
– Consulenza diretta agli utenti dell’azienda (es. visite specialistiche o valutazioni specialistiche per ospiti di strutture sanitarie)
– Corsi di formazione per personale sanitario
– Supervisioni di equipe già formate
– Consulenza e supporto nella formazione di nuove equipe e gruppi di lavoro
– Corsi di formazione per personale educativo (insegnanti, educatori…)
– Interventi psicoeducativi per istituti scolastici
– Orientamento scolastico e lavorativo all’interno di istituti scolastici
– Sviluppo di attività ludico-ricreative per istituti scolastici
– Interventi di sostegno allo studio individuale o a piccoli gruppi per studenti
– Corsi di psicoeducazione al pubblico (es. sensibilizzazione su tematiche sociali)
– Incontri di divulgazione su tematiche specifiche
Nel corso degli anni lo Studio Patat ha strutturato collaborazioni con vari enti pubblici e privati, di cui si riportano alcuni esempi:
– Scuola dell’Infanzia di Carnate: progetto GioCaRe
– RSA Bregnano: consulenza psichiatrica
– RSA e RSD La Pelucca di Sesto San Giovanni: consulenza psichiatrica e formazione degli operatori sanitari
– RSD Lainate: consulenza psichiatrica e formazione degli operatori sanitari
– RSA San Carlo di Solbiate Comasco: consulenza psichiatrica
– Fondazione Clerici: formazione di personale sanitario
– Icaro Medica: consulenza psichiatrica e Psicologica e valutazione del danno psichico
– Cooperativa Sociale La Casa: consulenza psichiatrica
– Cooperativa Sociale Arcobaleno: consulenza psichiatrica
I nostri servizi
SERVIZIO INTEGRATO DI SALUTE MENTALE
SERVIZIO PSICHIATRICO
Il Servizio psichiatrico si propone come strumento di valutazione e consulenza rivolto agli utenti anziani o disabili della struttura, con interventi specifici sulla base delle diverse necessità ed esigenze rilevate.
Viene considerata la persona nella sua globalità psico-fisica e nei suoi rapporti con l’ambiente circostante.
Sportello psichiatrico
Lo Sportello psichiatrico si propone come risorsa finalizzata al riconoscimento ed al trattamento di disturbi psichici presentati dagli ospiti della struttura che influiscano negativamente sugli ospiti stessi o sulle persone che li circondano.
Lo Psichiatra analizza lo stato di salute mentale dell’utente, rilevando la presenza di sintomatologia indicativa di malessere psichico, e mette in atto, in collaborazione con lo psicologo ed il terapista occupazionale, le strategie più idonee per il raggiungimento del benessere psico-fisico per la persona.
Vengono inoltre considerati l’ambiente di vita e le relazioni con le persone circostanti, che possono influenzare ed essere influenzate dal comportamento dell’utente.
Scopo generale
Identificare il disagio psichico in tutte le sue forme e proporre terapie e comportamenti idonei al suo trattamento fino alla remissione o, se questa non è raggiungibile, ad un migliore funzionamento globale dell’utente nel contesto di vita in cui è collocato.
Migliorare la qualità di vita della persona e di coloro che gli stanno vicino.
Strumenti
Colloquio psichiatrico individuale con le persone in grado di sostenere il dialogo con lo psichiatra.
Visita psichiatrica individuale con le persone che non sono in grado di sostenere un colloquio clinico.
Colloquio con i familiari o gli operatori che seguono abitualmente l’ospite.
Partecipazione a riunioni d’èquipe finalizzate alla discussione del caso clinico.
Obiettivi specifici
• Identificare la sintomatologia psichica presentata dall’utente (diagnosi).
• Valutare il funzionamento dell’utente nel contesto ambientale.
• Suggerire la terapia farmacologica più idonea al trattamento del disturbo diagnosticato.
• Valutare altre forme terapeutiche (psicologiche, occupazionali, educative) ad integrazione della terapia farmacologica.
• Evidenziare ed affrontare eventuali problematiche ambientali create dall’utente (aggressività, disturbo per altri ospiti).
• Monitorare l’andamento della sintomatologia nel corso del tempo e modificare di conseguenza le strategie terapeutiche.
Modalità di intervento
Il progetto prevede l’accesso al servizio di individui singoli.
Modalità di accesso:
spontanea, su esplicita richiesta dell’utente;
su segnalazione degli operatori della struttura che entrano in contatto con l’utente;
su segnalazione dei familiari o care givers dell’utente.
Per ogni utente che accede al servizio è previsto il seguente percorso:
1. Diagnosi: viene raccolta la storia anamnestica e l’attuale sintomatologia presentata dall’utente al fine di identificare la patologia o il disagio da cui è affetto.
2. Impostazione terapia: viene indicata la terapia più idonea al contenimento dei sintomi presentati dall’utente. La terapia farmacologica viene gestita direttamente dallo psichiatra con la collaborazione del personale sanitario (medici, infermieri) della struttura. Altre forme di terapia (psicologica, riabilitativa, occupazionale, educativa) vengono invece attuate con la collaborazione delle figure professionali specifiche.
3. Monitoraggio: periodicamente viene valutata l’efficacia della terapia e l’eventuale presenza di effetti collaterali o di cambiamenti significativi nella vita dell’ospite che possano influenzarne il funzionamento. Se necessario la terapia viene modificata.
4. Conclusione: qualora sia stato possibile ottenere la completa remissione del quadro psicopatologico, la terapia viene sospesa secondo le modalità ed i tempi più opportuni e viene interrotto il monitoraggio.
SERVIZIO PSICOLOGICO
Il Servizio psicologico si propone come strumento di valutazione, consulenza ed intervento, rivolto agli utenti anziani ospiti di una RSA e agli utenti disabili di una RSD, ai loro familiari o care givers, e al personale operante nelle strutture. Per ciascuna popolazione target sono previsti interventi, attività e progetti specifici sulla base delle diverse necessità ed esigenze rilevate. Gli utenti anziani e disabili possono usufruire inoltre di un servizio neuropsicologico finalizzato alla valutazione della funzionalità cognitiva ed alla programmazione di interventi cognitivi specifici.
UTENTI OSPITI
Sportello psicologico
Lo Sportello psicologico nasce dall’esigenza di conferire valore e dignità agli ospiti di strutture residenziali e riabilitative per anziani e disabili, e si propone come una risorsa finalizzata ad aiutare l’individuo ad affrontare momenti critici della propria vita, quali l’inserimento nella struttura e, quindi, l’allontanamento dalla propria abitazione e dalle proprie abitudini e/o l’accettazione della propria condizione clinica.
Lo Psicologo in merito all’area clinica attua interventi per migliorare la capacità dell’ospite di comprendere se stesso e gli altri, nonché per favorire il miglioramento della qualità della vita dell’individuo, offrendo uno spazio di accoglimento, ascolto empatico e narrazione.
Opera in un’ottica di prevenzione del disagio e promozione del benessere al fine di dare attenzione non solo ai bisogni concreti connessi alla vita quotidiana all’interno della struttura, ma anche alle necessità psicologiche, affettive, relazionali e sociali, in modo da tentare di prevenire e contrastare quel processo involutivo e pervasivamente depressivo connesso alla solitudine e all’isolamento della persona anziana o disabile, mobilitando le risorse e le potenzialità presenti.
Scopo generale
Assistere, fornire consulenza e supporto psicologico, al fine di individuare difficoltà, criticità e cercare risposte ai problemi connessi col disagio psicologico e psicopatologico.
Accogliere empaticamente il desiderio/bisogno di dialogo, narrazione e ricordo presente soprattutto nell’anziano, in modo da stimolare la comunicazione e l’espressione del mondo interiore, conferendo dignità, valore e senso alla sua storia e alla sua identità.
Strumenti
Colloquio clinico individuale come strumento principe, in grado non solo di consentire una diagnosi, ma anche di divenire un sostegno per la persona nell’affrontare i suoi problemi.
Strumenti di assessment psicologico e somministrazione di reattivi psicologici per la diagnosi di disturbi cognitivi, affettivi, emotivi, relazionali e comportamentali.
Obiettivi specifici
• Valutare la presenza nella persona anziana o disabile di forme di disagio psicologico e/o psicopatologico, disturbi cognitivi e comportamentali, favorendo l’espressione del disagio personale e delle difficoltà emotive.
• Supportare processi di adattamento ai cambiamenti di vita e alla perdita anche parziale di alcune autonomie, legata alla comparsa di nuove disabilità e sintomi fisici.
• Individuare difficoltà relazionali tra l’ospite e i suoi familiari o l’operatore che si occupa di lui, al fine di mediare la conflittualità, promuovere l’agio, il dialogo e la comunicazione.
• Comprendere il mondo dell’anziano, le sue esperienze, i suoi punti di vista, individuando persone, luoghi ed attività che siano stati significativi per quella persona nell’arco della sua vita.
• Rendere significativa la vita quotidiana dando voce alle esperienze vissute per reinserirle in una cornice dotata di senso.
• Valorizzare le sue storie di vita, attraverso il metodo dell’ascolto, della ristrutturazione e della rinarrazione dei suoi racconti.
• Riattivare passioni, desideri, curiosità, interessi.
Modalità di intervento
Il progetto prevede un primo momento di incontro informativo di gruppo, che coinvolga tutti gli utenti della struttura, gli operatori ed eventualmente i familiari, finalizzato a presentare lo sportello di consulenza e sostegno psicologico e a fornire alcune informazioni di base su:
• chi è lo Psicologo
• quali attività svolge e che strumenti utilizza
• concetto di diritto alla riservatezza e al segreto professionale
Durante questo incontro sarà dato spazio anche alle domande, ai dubbi e alle curiosità degli utenti, in modo da rilevare le aspettative individuali e possibilmente falsificare alcune credenze proprie del senso comune, in modo da avvicinare gli utenti al servizio.
Modalità di accesso:
spontanea, su esplicita richiesta dell’ospite;
su segnalazione degli operatori della struttura che entrano in contatto con il soggetto;
su segnalazione dei familiari o care givers dell’ospite.
Per ogni utente che richieda di accedere allo sportello è previsto il seguente percorso:
1. Fase di valutazione e diagnosi di 3-5 colloqui della durata di circa un’ora, tempo variabile per difetto sulla base delle esigenze del singolo utente: questo primo momento di consultazione ha come finalità l’analisi della domanda e dei bisogni dell’ospite, e la raccolta di informazioni anamnestiche lungo differenti dimensioni (sfera cognitiva, sfera sociale e familiare, sfera affettiva ed emotiva, sfera ambientale e funzionale).
L’analisi della domanda, che avviene contestualmente all’accoglienza, avrà lo scopo di definire il problema e contestualizzarlo, renderlo chiaro allo stesso assistito, in vista di trovare nuove strategie per affrontarlo e risolverlo utilizzando le risorse personali e di rete, da sostituirsi alle vecchie strategie disfunzionali.
2. Fase di restituzione di quanto emerso durante la consultazione e pianificazione dell’intervento psicologico individuato come meglio fruibile dall’utente.
3. Fase di attuazione degli interventi progettati ed eventuale terapia di sostegno o psicoterapia.
SERVIZIO NEUROPSICOLOGICO
Il servizio neuropsicologico si propone come strumento di valutazione, riabilitazione e stimolazione della funzionalità cognitiva.
La neuropsicologia è, infatti, la disciplina che studia i processi cognitivi, emotivo-motivazionali e comportamentali conseguenti a danni del sistema nervoso centrale (SNC) con finalità diagnostiche e terapeutico-riabilitative.
Il Neuropsicologo valuta le prestazioni cognitive nelle persone che hanno subito una lesione cerebrale, focale o diffusa, cercando di capire quali aspetti dell’attività cognitiva, emotiva e comportamentale sono intatti o danneggiati.
Gli interventi e le attività sono erogati individualmente, tenendo in considerazione necessità, bisogni ed esigenze di ciascun ospite.
Valutazione neuropsicologica
La valutazione neuropsicologica nasce dall’esigenza di valutare le capacità cognitive di una persona, ed in particolar modo di misurare il funzionamento cognitivo dopo una lesione o un danno cerebrale causato da patologie neurologiche. L’assunto che sottende a questa tipologia di intervento è che i processi cognitivi siano correlati con il funzionamento di specifiche strutture cerebrali, il cui danno può generare disturbi delle funzioni cognitive. La valutazione permette quindi di rilevare le manifestazioni comportamentali delle funzioni cerebrali, compromesse o preservate, e le annesse implicazioni di tipo psicologico.
Scopo generale
Delineare un profilo cognitivo globale dell’ospite della RSA o RSD.
Strumenti
Colloquio clinico individuale per raccogliere la storia personale dell’ospite (breve raccolta anamnestica iniziale) e per rilevare una descrizione soggettiva dei disturbi cognitivi, ottenendo informazioni sulla consapevolezza di essi da parte della persona e sul loro impatto sulla vita quotidiana.
Somministrazione di test neuropsicologici tarati e standardizzati, di screening per valutare in modo globale le capacità cognitive e ottenere indicazioni preliminari su aree potenzialmente deficitarie, e diagnostici, per dettagliare il tipo di deficit evidenziato dal test di screening o semplicemente lamentato dall’ospite.
Osservazione diretta e resoconto da parte dei familiari e degli operatori dell’ospite e del suo comportamento al fine di rilevare le problematiche relazionali e di gestione.
Obiettivi specifici
• Dare indicazioni obiettive sull’esistenza o meno del disturbo cognitivo.
• Eventualmente, diagnosticare la presenza di patologie neurologiche specifiche dell’età adulta/anziana o confermare/corroborare la diagnosi medica pregressa.
• Individuare ed indicare le abilità cognitive compromesse e quelle preservate al fine di rilevare i punti di forza e debolezza dell’ospite per migliorare la qualità dell’intervento delle varie figure professionali.
• Fornire una valutazione quantitativa della gravità dei deficit, indispensabile per valutare la progressione di malattia nel corso del follow-up.
• Valutare le prestazioni cognitive per verificare l’efficacia terapeutica a seguito di specifici interventi chirurgici, farmacologici o psicologici.
• Pianificare un programma di intervento di riabilitazione o di stimolazione cognitiva.
Modalità d’intervento
Il Servizio neuropsicologico prevede come prima modalità di intervento la conduzione da parte dello Psicologo della valutazione neuropsicologica, a seguito della quale, in base ai risultati emersi, verrà predisposto per l’utente l’intervento ritenuto essere il più adeguato.
Modalità di accesso:
spontanea, su esplicita richiesta dell’ospite;
su segnalazione degli operatori della RSA o RSD che entrano in contatto con il soggetto;
su segnalazione dei familiari o care givers dell’ospite.
Per ogni utente che richieda di effettuare la valutazione neuropsicologica è previsto il seguente percorso:
1. Fase di valutazione, comprendente il breve colloquio clinico e la somministrazione dei test neuropsicologici. Lo Psicologo effettua un’indagine precisa e dettagliata della funzionalità cognitiva dell’ospite indagando le seguenti funzioni cognitive: la memoria, il linguaggio, l’attenzione, il ragionamento, le abilità visuo-costruttive, le funzioni esecutive, le abilità prassiche e gnosiche. Vengono inoltre somministrati test per valutare il tono dell’umore.
2. Fase di restituzione di quanto emerso dal colloquio, dall’osservazione, dalla correzione dei test e dall’interpretazione dei punteggi ottenuti.
3. Fase di pianificazione dell’intervento di riabilitazione o di stimolazione cognitiva.
Riabilitazione neuropsicologica
La riabilitazione neuropsicologica serve a favorire il recupero delle abilità cognitive danneggiate per compensare i deficit e migliorare la capacità di adattamento del paziente, occupandosi anche dei disturbi del comportamento ed emozionali.
Nonostante la capacità del cervello di riorganizzarsi in seguito ad una lesione e di recuperare spontaneamente in parte le funzioni perse (neuro plasticità), è necessario intervenire in modo concreto per poter riattivare le competenze residue e riabilitare quelle danneggiate.
Scopo generale
Favorire il recupero delle abilità cognitive danneggiate, riportandole ad un livello di efficacia vicino al livello premorboso.
Strumenti
Esercizi per le funzioni cognitive, tramite l’uso di materiale cartaceo o computerizzato.
Gli esercizi vengono proposti dalla Psicologo e sono scelti ad hoc in base alle abilità cognitive deficitarie ed alle esigenze personali dell’anziano o del disabile e vengono eseguiti a cadenza settimanale o bisettimanale, in base alle esigenze.
Si prevede la possibilità di incrementare la difficoltà degli esercizi proposti sulla base dei feedback degli ospiti in riabilitazione. La durata del periodo di riabilitazione è variabile e dipendente da diversi fattori, ed esempio dalla stesura di un adeguato progetto di riabilitazione e dalla compliance dell’ospite rispetto ad esso.
Obiettivi specifici
• Riabilitare le funzioni cognitive deficitarie.
• Riattivare le competenze residue ed integre.
• Migliorare l’adattamento funzionale dell’ospite ed il suo benessere soggettivo.
• Predisporre adattamenti ambientali per ridurre l’impatto del danno.
• Modificare le strategie di apprendimento ed i compensi di cui il soggetto dispone.
• Permettere all’ospite di raggiungere e mantenere un adeguato livello di partecipazione sociale.
• Fornire istruzione, educazione e sostegno per il care giver e gli operatori.
Modalità di intervento
La riabilitazione neuropsicologica viene proposta a quegli ospiti che in seguito alla valutazione neuropsicologica mostrano un deterioramento cognitivo focale e non progressivo e per i quali l’equipe ritiene attuabile e fattibile un trattamento riabilitativo.
Prevede le seguenti fasi:
1. Fase di riabilitazione cognitiva con esecuzione degli esercizi.
2. Fase di follow-up al termine del trattamento riabilitativo, con ri-somministrazione dei test neuropsicologici, soprattutto di quelli indaganti le funzioni cognitive risultate inizialmente deficitarie.
3. Fase di restituzione di quanto emerso dal follow-up e relativamente all’andamento del percorso di riabilitazione.
Lo scopo di questo intervento risiede nella necessità di valutare l’efficacia del trattamento offerto, inteso nei termini di un recupero delle abilità cognitive riabilitate, e di monitorare il decorso della patologia.
Stimolazione neuropsicologica
La stimolazione neuropsicologica esercita le abilità preservate e ha come obiettivo di mantenere l’autonomia della persona il più a lungo possibile, è una forma di intervento orientato al benessere complessivo della persona, in modo da incrementare il coinvolgimento in compiti finalizzati alla riattivazione delle competenze residue ed al rallentamento della perdita funzionale delle abilità cognitive. Per questo motivo si rivolge principalmente a persone affette da patologie degenerative come le demenze.
Scopo generale
Esercitare e conservare le abilità preservate.
Strumenti
“Esercizi per il cervello o palestra della mente”.
Gli esercizi vengono proposti dallo Psicologo e sono tarati ad hoc per l’ospite o il gruppo di ospiti sulla base della compromissione generale e dei disturbi cognitivi emersi durante la valutazione neuropsicologica. Gli esercizi mirano ad allenare le diverse funzioni cognitive che normalmente vengono colpite dall’invecchiamento e dalle patologie degenerative.
Vengono eseguiti a cadenza settimanale o bisettimanale in base alle esigenze.
Obiettivi specifici
• Contrastare la progressiva compromissione delle abilità residue.
• Compensare i meccanismi coinvolti nelle funzioni lese.
• Protrarre nel tempo l’autonomia.
• Promuovere esperienze gratificanti di sostegno all’autostima.
• Modificare le strategie di apprendimento ed i compensi di cui la persona dispone.
• Permettere all’ospite di raggiungere e mantenere un adeguato livello di partecipazione sociale.
Modalità di intervento
La stimolazione cognitiva può essere effettuata sia individualmente che in gruppo e viene proposta agli ospiti che mostrano un deterioramento cognitivo progressivo o patologie degenerative.
L’intervento può essere effettuato dallo Psicologo stesso o da altre figure professionali come l’educatore e/o il terapista occupazionale. Compito dello Psicologo è l’indicazione ed eventualmente la preparazione delle attività più idonee al potenziamento cognitivo.
Prevede le seguenti fasi:
1. Fase di stimolazione cognitiva con esecuzione degli esercizi.
2. Fase di follow-up al termine del trattamento, con ri-somministrazione dei test neuropsicologici, soprattutto di quelli indaganti le funzioni cognitive risultate inizialmente deficitarie.
3. Fase di restituzione di quanto emerso dal follow-up e relativamente all’andamento del percorso di stimolazione.
FAMILIARI O CARE GIVERS
Sportello psicologico
Lo Sportello psicologico offre uno spazio aperto ai familiari e care givers degli utenti della RSA o RSD con lo scopo di fornire ascolto, consulenza e sostegno psicologico in caso di disagio emotivo e affettivo connesso con la situazione psico-fisica dell’ospite e con le difficoltà di gestione dei rapporti con lo stesso.
Modalità di accesso:
spontanea, su richiesta del familiare;
su consiglio degli operatori della struttura.
Per ogni care giver che richieda di accedere allo sportello è previsto il seguente percorso:
1. Fase di valutazione di 2-3 colloqui della durata di circa un’ora, finalizzata ad analizzare la domanda ed individuare disagio psicologico e difficoltà.
2. Fase di restituzione di quanto emerso durante la valutazione e pianificazione dell’intervento psicologico individuato.
3. Fase di attuazione degli interventi progettati ed eventuale consulenza o sostegno.
Gruppi di confronto
Lo Psicologo clinico interviene come conduttore e facilitatore di un gruppo di confronto ad accesso aperto, composto da un numero massimo di 10 partecipanti, familiari e care givers dell’anziano o disabile ospite della struttura.
Gli incontri di gruppo hanno una durata di 2 ore circa, ed una frequenza ottimale di 2 volte al mese, ma variabile a seconda delle esigenze dei partecipanti.
Scopo del gruppo è favorire l’espressione di disagio psicologico, vissuti emotivi, difficoltà nella gestione dei rapporti con il familiare ospite e/o il personale della struttura, difficoltà comunicative e relazionali, al fine di facilitare la comunicazione e la condivisione di sentimenti ed affetti ed individuare soluzioni concrete alle problematiche palesate.
La situazione gruppale favorisce l’espressione di vissuti e sentimenti personali, che trovano, negli altri partecipanti, possibilità di elaborazione, contenimento e attribuzione di significato.
OPERATORI
Il Servizio psicologico si rivolge al personale operante all’interno delle residenze per anziani e disabili sia nell’accompagnare e sostenere la progettazione e la messa in atto degli interventi previsti per ciascun ospite, sia focalizzandosi in modo specifico sulle figure professionali, offrendo spazi di ascolto e confronto, individuali e di gruppo.
In particolare, lo Psicologo opera in un’ottica di pianificazione e monitoraggio costante del percorso terapeutico e terapeutico-riabilitativo dell’ospite, affiancando e supportando l’attività del personale operante all’interno delle strutture.
Lo Psicologo, inoltre, in base alle esigenze degli operatori, partecipa alle riunioni d’èquipe come mediatore e facilitatore dei processi e degli scambi comunicativi.
Pianificazione e monitoraggio del percorso terapeutico-riabilitativo
Questo servizio prevede incontri di condivisione con gli operatori sulle modalità più efficaci di lavorare e relazionarsi con gli ospiti che presentano differenti patologie. In particolare, lo Psicologo propone soluzioni pratiche per affrontare i problemi quotidiani di vita e dell’assistenza della persona con demenza e/o disabilità, discutendo dei disturbi (della sfera cognitiva, del comportamento) e delle complicanze, e proponendo in modo sistematico indicazioni e suggerimenti.
Sportello psicologico
Lo Sportello psicologico offre uno spazio aperto rivolto al personale operante all’interno di una RSA o RSD, per fornire ascolto, consulenza e supporto psicologico in caso di criticità e problematiche connesse con l’esercizio quotidiano dell’attività professionale e con le difficoltà di gestione degli ospiti ed eventualmente dei familiari e care givers.
Scopo dello sportello è quello di operare anche in un’ottica di prevenzione e promozione del benessere, al fine di evitare l’insorgenza di “burnout”, ovvero di un esaurimento psichico-fisico e sociale strettamente connesso con l’attività di cura e accudimento del soggetto anziano o disabile.
Modalità di accesso:
spontanea, su richiesta del singolo operatore.
Per ogni operatore che richieda di accedere allo sportello è previsto il seguente percorso:
1. Fase di valutazione di 1-2 colloqui della durata di circa un’ora, finalizzata ad analizzare la domanda ed individuare difficoltà e criticità.
2. Fase di restituzione di quanto emerso durante la valutazione e pianificazione dell’intervento psicologico individuato.
3. Fase di attuazione degli interventi progettati ed eventuale consulenza o sostegno.
Attività di gruppo
Lo Psicologo interviene come conduttore di gruppi di confronto costituiti da un numero ottimale di 7-8 operatori; gli incontri hanno una durata di 2 ore circa ed una frequenza variabile a seconda delle esigenze dei partecipanti.
Scopo della situazione gruppale è favorire la comunicazione tra operatori, in modo da palesare difficoltà, problematiche e disagi singoli o condivisi tra più membri, individuare soluzioni concrete e migliorare il clima emotivo, il confronto e la collaborazione tra colleghi.
Nel corso degli incontri di gruppo potranno essere utilizzate tecniche di mediazione, quali Photolangage e Social dreaming, così come role playing e il dispositivo dello Psicodramma psicoanalitico.
Formazione
A richiesta degli operatori della struttura, lo Psicologo conduce incontri di formazione di gruppo, in cui sviluppare tematiche individuate di comune interesse o problematiche e di difficile gestione.
La formazione può essere introduttiva, o di base, oppure maggiormente approfondita su alcuni temi.
Dal punto di vista della metodologia, si utilizza, per ogni tema, una forma dialogica e interattiva, che garantisce l’integrazione tra i punti di vista e la visione globale dei problemi.
Simulazioni, giochi di ruolo ed esercitazioni, discussioni di casi clinici affiancano alcune brevi lezioni frontali.
SERVIZIO DI TERAPIA OCCUPAZIONALE
Il servizio di Terapia Occupazionale si propone come servizio sanitario che opera nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da malattie e disordini fisici e psichici, sia con disabilità temporanee che permanenti, utilizzando attività espressive, manuali – rappresentative, ludiche e della vita quotidiana.
La parola “occupazionale” si riferisce al fare, alle occupazioni della vita di ogni giorno; le malattie, la disabilità e certe situazioni sociali possono interrompere o impedire il fare e a volte, nelle situazioni gravi, possono annullarlo totalmente.
Il terapista occupazionale aiuta, quindi, le persone a ritrovare la possibilità di partecipare alle occupazioni desiderate. Nel caso di malattia mentale usa il fare per aiutare la persona a conoscersi meglio, ad acquisire sicurezza e a credere nelle proprie possibilità di agire ed influire sulla propria vita.
Scopo generale
Curare e riabilitare gli utenti anziani o disabili ospiti delle residenze che non riescono a partecipare in modo autonomo alle attività significative della propria vita. Aumentare o mantenere le loro abilità residue.
Strumenti
La terapia occupazionale viene svolta in una stanza (setting protetto) all’interno della quale è possibile trovare oggetti di qualsiasi tipo: dal traforo per modellare il legno, alle tempere per dipingere o anche giochi in scatola, carte da gioco, scacchi/dama, modellini da costruire, strumenti per cucire, libri riviste e quotidiani.
Oltre alla stanza di terapia, le attività riabilitative possono essere svolte in altri ambienti quali palestra o nucleo.
Modalità di intervento
Il compito del terapista occupazionale con l’utente si articola nei seguenti momenti:
• Osservazione
• Intervista e Valutazione
• Obiettivi
• Programma terapeutico
• Verifiche periodiche in èquipe
Osservazione
Si osserva l’utente durante alcuni momenti della giornata, solitamente, quelli più difficili da affrontare come ad esempio: il pasto, l’igiene, la vestizione, i giochi e le attività di gruppo. L’osservazione è il primo passo fondamentale mediante il quale si coglie quello che l’utente comunica attraverso tutte le sue forme espressive: l’aspetto fisico, lo sguardo, i gesti, i movimenti, la voce, le mani, il modo di porsi con l’altro, il suo linguaggio.
Intervista e valutazione
Dopo l’osservazione si procede con l’intervista che consiste in una serie di domande che servono al terapista e all’ospite per conoscersi meglio; in particolar modo, va ad indagare la routine quotidiana dell’utente, le attività significative per lui, cosa vorrebbe tornare a fare ecc.
La valutazione viene svolta in un setting protetto (stanza di terapia occupazionale o direttamente nell’ambiente quotidiano dove vive l’utente) all’interno del quale si propongono diverse attività, e l’utente sceglie cosa preferisce fare. Durante lo svolgimento dell’attività si considera la persona in una visione olistica, ovvero esaminando una serie di competenze: motorie, cognitive e relazionali. In merito alle competenze cognitive e relazionali è di estrema importanza la collaborazione con il Servizio psicologico e neuropsicologico mediante cui è possibile avere un quadro completo di tali competenze, in modo da stendere un piano riabilitativo più specifico ed individualizzato. In seguito alla valutazione si va ad individuare la domanda dell’ospite, ossia quello che vorrebbe fare, ottenere dalla propria vita. In alcuni casi è possibile che la verbalizzi, in altri viene comunicato il bisogno attraverso la comunicazione non verbale. Una volta individuata la domanda si considerano i limiti e le risorse della persona e s’impostano gli obiettivi (generali e specifici) iniziando così il percorso terapeutico con la stesura del programma riabilitativo.
Obiettivi
Lo scopo della terapia occupazionale è quello di rendere o mantenere il più autonomo possibile l’ospite consentendogli di partecipare alle attività di vita quotidiana secondo le tre sfere della vita quotidiana: cura personale, tempo libero e studio/lavoro.
Gli obiettivi su cui lavorare sono vari e dipendono dall’utente che si ha di fronte, ma nel caso di un soggetto anziano ospite di una RSA sono:
• Riduzione della compromissione funzionale in fase acuta, con il recupero delle abilità possibili
• Mantenimento delle capacità residue (es. lavarsi, vestirsi, mangiare, scrivere ecc)
• Prevenzione della sindrome da allettamento o di deprivazione sensoriale, di solito dovute alle gravi sindromi demenziali o a stati di malattia prolungati
• Mantenimento di attività proprie e significative per l’anziano, agendo sull’ambiente e sul personale
• Valutazione ausili per la vita quotidiana (es. ausili per l’alimentazione, carrozzina ecc)
• Stimolazione capacità cognitive e creative (in collaborazione con il Neuropsicologo)
• Miglioramento autostima e motivazione
(in collaborazione con lo Psicologo)
• Prevenzione dello stress da istituzionalizzazione
Programma terapeutico
Il metodo di raggiungimento degli obiettivi è l’attività, che può essere legata alla sfera della cura personale (ad esempio l’alimentazione, l’igiene, la vestizione o la cura del proprio corpo), del tempo libero (ciò che fa una persona per rilassarsi o divertirsi come ad esempio guardare la tv, ascoltare la musica, cucire a maglia, leggere un quotidiano o giocare a carte) e alla sfera dello studio/lavoro (attività significative per la persona legate ai suoi interessi professionali passati o talenti).
Ogni trattamento di Terapia Occupazionale dura al massimo 45 minuti, può essere individuale o in piccoli gruppi (2-3 persone). Al termine di ogni trattamento il terapista occupazionale annota osservazioni ed eventi sul “Diario Terapeutico” e si confronta sull’andamento del percorso terapeutico con le figure professionali intorno all’ospite e, periodicamente, con i familiari.
Verifiche periodiche
Mediante le riunioni d’èquipe e, se presenti, le consegne integrate, viene osservato l’andamento del percorso riabilitativo dell’utente e verificata l’efficacia del percorso in terapia occupazionale, inoltre, si valuta la possibilità di proporre eventuali cambiamenti da effettuare (sull’ambiente e/o sulla routine quotidiana della persona) o dell’ inserimento di nuovi obiettivi.
Progetto: “Fare squadra: gioco e dialogo fra bambini, genitori e insegnanti”
PREMESSA
La scuola e la famiglia sono gli ambiti privilegiati in cui avvengono la crescita, la formazione e la socializzazione dell’individuo. La scuola è sia un luogo in cui avviene l’apprendimento sia uno spazio di relazione e di incontro. È in questo contesto che l’alunno ha la possibilità di sperimentarsi, di mettersi alla prova in un ambiente protetto e regolato, per imparare a comunicare ed entrare in relazione con i coetanei e con gli adulti.
A fronte dei rapidi cambiamenti culturali e sociali, sempre più minori si trovano ad intraprendere un complesso percorso per arrivare ad acquisire coscienza di sé, dei propri cambiamenti e delle difficoltà che possono incontrare nella costruzione della loro personalità. A volte per gli alunni risulta difficile creare relazioni positive con gli altri, in particolare con il “diverso”.
Per questi motivi, la scuola è chiamata ad attivare delle iniziative che contribuiscano allo sviluppo e alla realizzazione del sé di ogni alunno, e che favoriscano delle relazioni positive con i pari e con gli adulti. In particolare lo sportello di ascolto e l’educazione all’affettività permettono di prevenire il disagio giovanile con effetti di lunga durata.
Da un lato, lo sportello di ascolto rivolto ai vari attori della scuola (alunni, insegnanti e genitori) fornisce un ambiente che accoglie e contiene le preoccupazioni della persona e permette di individuare delle strategie efficaci per superare le difficoltà. Lo sportello di ascolto è un luogo rassicurante in cui la persona può trovare uno spazio di confronto e di sostegno.
Dall’altro lato, l’educazione all’affettività ha lo scopo di favorire la capacità dell’alunno di riflettere sulle proprie e altrui emozioni. Aiuta le persone a esprimersi senza avere timore dell’altro o di sé stessi, e a creare relazioni positive all’interno del contesto scolastico. Attraverso un percorso che coinvolge alunni e insegnati sarà possibile favorire un clima di partecipazione e condivisione nelle classi caratterizzato dall’accettazione e dal rispetto verso se stessi e verso gli altri, anche in un’ottica multiculturale e di differenza di genere.
DESTINATARI
Alunni, genitori, insegnanti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado.
OBIETTIVO GENERALE
Favorire un clima di partecipazione, collaborazione e comunicazione efficace all’interno del contesto scolastico.
OBIETTIVI SPECIFICI
• Supportare la genitorialità;
• Supportare gli insegnanti nella gestione di casi problematici;
• Facilitare la comunicazione tra scuola e famiglia;
• Prevenire il disagio nel bambino;
• Promuovere il benessere emotivo e relazionale dei singoli alunni e del gruppo classe.
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
Preliminare all’attuazione dell’intervento è l’ottenimento del consenso informato da parte del genitore o del tutore del minore e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali secondo la legge 196/2003 sulla tutela della privacy.
Il progetto prevede la scelta tra diversi livelli di intervento, di seguito indicati, a seconda delle necessità e delle risorse dell’istituto scolastico.
Proposta di intervento: “sportello di ascolto”
Istituzione di uno sportello di ascolto rivolto ai genitori, inteso come luogo a cui il genitore può accedere volontariamente per incontrare lo psicologo. Il fine è sostenere padri e madri nel ruolo genitoriale.
È prevista anche l’attivazione di uno sportello di ascolto rivolto agli insegnanti che possono confrontarsi, singolarmente o in gruppo, con lo psicologo sia sulle esperienze vissute nell’ambiente scolastico sia sulle modalità di comunicazione tra la scuola e la famiglia.
Lo scopo principale è aumentare la capacità di genitori e insegnanti di utilizzare risorse e abilità possedute per affrontare al meglio la vita quotidiana e i momenti di difficoltà nel rapporto con i minori.
È previsto uno sportello di ascolto rivolto agli alunni che possono accedervi su indicazione degli insegnanti o dei genitori, allo scopo di confrontarsi con lo psicologo su tematiche rilevanti o per ricevere un supporto in caso di situazioni di criticità.
Inoltre, all’interno dell’attività di sportello, gli insegnanti possono richiedere l’osservazione del gruppo classe da parte dello psicologo, per individuare sia i bambini in difficoltà sia strategie efficaci per favorire un clima positivo all’interno del gruppo classe.
Proposta di intervento: “educare all’affettività”
Viene offerta l’opportunità di attuare un percorso di educazione all’affettività rivolte agli alunni, allo scopo di comprendere le proprie e le altrui emozioni. Le attività in cui vengono coinvolti gli studenti possono comprendere giochi interattivi, letture di racconti, circle time, focus gruop, role playing, etc., e sono adattate alla fascia d’età.
Parallelamente gli insegnati delle classi aderenti al progetto possono partecipare ad attività di promozione dell’affettività i cui contenuti saranno subito spendibili all’interno delle classi.
Il progetto sarà presentato al Dirigente Scolastico e agli insegnanti referenti. Verrà discusso e adattato alle esigenze educative ed organizzative dell’istituto scolastico per offrire un intervento mirato ed efficace.
METODOLOGIA E STRUMENTI
Proposta di intervento: “sportello di ascolto”
Attivazione di un sportello di ascolto per genitori, insegnanti e alunni, gestito dallo psicologo.
L’attività di ascolto viene effettuata seguendo il metodo del colloquio psicologico, accogliendo il richiedente in modo non giudicante, aiutandolo nell’analisi del problema e nella comprensione del proprio vissuto.
Proposta di intervento: “educare all’affettività”
Attività di educazione all’affettività rivolte ai minori, svolte in aula alla presenza dell’intero gruppo classe.
Coerentemente con il modello life skills education (elaborato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), il progetto si propone di coinvolgere attivamente i destinatari dell’intervento, proponendo metodologie interattive di lavoro con i gruppi.
Incontri di promozione dell’affettività rivolti agli insegnanti, caratterizzati da una parte teorica e una parte pratica, al fine di favorire l’efficacia dell’intervento dando una continuità al lavoro svolto nelle classi.
Tali attività mirano a sensibilizzare gli insegnanti delle classi aderenti al progetto di educazione all’affettività, affinché possano affinare la loro capacità di gestire i vissuti e le emozioni all’interno del gruppo classe, sviluppando la capacità di ascolto, osservazione e accoglienza delle emozioni. Saranno individuate e discusse con gli insegnanti delle attività che potranno essere svolte durante le ore curricolari (es.: “tecnica dell’appello emotivo”).
Valutazione conclusiva
Per la valutazione a conclusione del progetto verrà utilizzato un questionario di gradimento costruito ad hoc.
ARTICOLAZIONE DELL’INTERVENTO
Per ogni livello di intervento sono previste delle attività il cui monte è qui di seguito indicato in forma ipotetica, tuttavia potrà essere discusso e riadattato in base alle necessità e risorse dell’istituto scolastico.
Si ipotizza la presenza di un singolo operatore per ciascuna attività, allo scopo di ottimizzare le risorse. Ad ogni modo anche il numero di operatori potrà essere rivisto a seconda delle risorse e delle esigenze scolastiche.
INIZIO DELL’INTERVENTO
• Presentazione del progetto agli insegnanti in un incontro della durata di 2 ore.
• Presentazione del progetto ai genitori in un incontro della durata di 2 ore.
INTERVENTO “SPORTELLO DI ASCOLTO”
• Sportello di ascolto/osservazione riservato agli studenti;
• Sportello di ascolto rivolto ai genitori;
• Sportello di ascolto rivolto agli insegnanti.
INTERVENTO “EDUCARE ALL’AFFETTIVITÀ”
• Alunni: 5 incontri di un’ora e mezza per ciascun gruppo classe per l’intervento di educazione all’affettività.
• Docenti: 3 incontri di 2 ore rivolti agli insegnanti delle classi aderenti al progetto per la promozione dell’affettività.
È possibile determinare il monte ore a seconda delle necessità dell’istituto.
IN ITINERE
• L’operatore si confronta con gli insegnanti referenti e/o il dirigente scolastico per valutare il progetto e programmare le attività delle settimane successive (incontri a cadenza mensile della durata di 1 ora).
A FINE INTERVENTO
• A fine anno gli operatori restituiranno i dati emersi ai genitori e agli insegnanti in un incontro conclusivo di 2 ore.
RISORSE
Operatori:
Gli operatori coinvolti nello svolgimento delle attività del progetto saranno psicologi e/o psichiatri.
Risorse materiali:
un’aula per la presentazione del progetto; un’apposita aula della scuola per lo svolgimento dell’attività di sportello di ascolto; le aule delle classi aderenti al progetto.
Ogni altro materiale necessario per lo svolgimento delle attività sarà fornito dagli operatori.
CRITERI DI VALUTAZIONE
In itinere
Gli interventi svolti in classe saranno sottoposti a un monitoraggio in itinere: osservazioni sul campo durante la realizzazione delle attività e incontri con gli insegnanti referenti e/o il Dirigente Scolastico per confrontarsi sul progetto e valutarne l’andamento.
Per quanto riguarda lo sportello di ascolto verrà effettuata un’attenta analisi della frequenza, dei tempi di fruizione dello sportello e delle problematiche trattate; tale conoscenza verrà integrata con i suggerimenti e le proposte che gli utenti potranno far pervenire, anche in forma anonima, agli operatori.
Al termine dell’intervento
I genitori e gli insegnanti potranno compilare un questionario di gradimento volto a rilevare il livello di gradimento dell’intervento, la sua utilità e suggerimenti per l’eventuale programmazione di attività per l’anno successivo.
Sarà cura degli operatori redigere una relazione conclusiva e organizzare un incontro di restituzione dei dati emersi rivolto agli insegnanti e ai genitori.
APPROFONDIMENTI
Come sopra indicato, il progetto può essere adattato alle esigenze della scuola.
Su richiesta inoltre la nostra equipe è in grado di proporre incontri formativi e informativi su alcune tematiche e/o attività da svolgere con alunni, insegnanti e/o genitori, come ad esempio alcuni disturbi presenti in infanzia e adolescenza (tra cui i disturbi specifici dell’apprendimento), il bullismo, l’uso consapevole di internet, le differenze di genere, il ruolo genitoriale, la multiculturalità, l’orientamento nella scelta della scuola e della professione.
“Servizio di Psicologia Scolastica”
PREMESSE
Il Servizio di Psicologia Scolastica nasce dall’esigenza di dare una risposta ai molteplici bisogni della scuola e della società che accoglie sempre più minori a rischio di disagio scolastico, evolutivo, sociale e familiare.
Innanzitutto il Servizio si propone di lavorare in un ottica preventiva.
Nel campo della psicologia scolastica, una cultura di prevenzione promuove azioni concrete per la qualità della vita mentale e fisica degli studenti. Facilita i processi di crescita individuale e quelli di gruppo da un punto di vista relazionale, la libera espressione emotiva e l’attenzione ai processi psicologici da un punto di vista comunicativo. Questa modalità di lavoro può contribuire a contrastare e prevenire in maniera incisiva, le difficoltà adolescenziali, i comportamenti a rischio e le forme di disagio giovanile (anoressia, bulimia, disturbi dell’apprendimento, dispersione scolastica, stati depressivi, dipendenze da alcol, fumo, droghe).
Inoltre il Servizio di Psicologia Scolastica progetta di migliorare il clima all’interno dell’istituto. Nella scuola difatti, la qualità della vita è data dalla costruzione di un clima di relazioni che favorisca la crescita personale ed un sereno apprendimento dei giovani. È necessario perciò determinare un confronto positivo e aperto, tra gli studenti e tra gli studenti e gli adulti, dove i rapporti comunicativi e relazionali siano significativamente improntati all’autenticità, al rispetto dell’altro, alla responsabilità individuale e all’identificazione positiva. Ci si propone di sviluppare nei ragazzi il senso di appartenenza al proprio istituto e al gruppo classe, favorire la loro progettualità e la partecipazione democratica, la collaborazione e la solidarietà, promuovere sentimenti di accettazione e riconoscimento reciproco, educare all’autostima e alla valorizzazione personale, al lavoro di gruppo, offrire modelli positivi e stimolare abilità pro-sociali (life skills).
Il potenziamento di questi rapporti psicologici e sociali, può avere una forte funzione preventiva e contenere o ridurre gli stati di disagio individuale, spesso legati a povertà relazionali, ambientali ed affettive.
Il ruolo dello psicologo scolastico quindi lavorerà per diffondere una sensibilità psicologica nei rapporti tra le persone, per produrre quel clima scolastico positivo di cui si diceva.
Favorire in chi opera nella scuola, studenti, insegnanti, personale non docente, famiglie, la conoscenza dei processi dell’età evolutiva e di rinforzo personale, la costruzione di relazioni significative, lo sviluppo di competenze relazionali e l’utilizzo di tecniche comunicative.
Il fine ultimo è di caratterizzare l’ambiente scolastico come contesto educativo e di apprendimento, improntato sui processi di crescita psicologica degli studenti.
PROPOSTA DI INTERVENTO
Proponiamo le seguenti iniziative:
1. Sportello d’ascolto
Offre la possibilità di colloquio personale con lo psicologo. E’ rivolto:
– agli alunni che desiderano affrontare temi legati alle dinamiche emotive e relazionali del vivere quotidiano, oppure che vogliono approfondire alcuni aspetti del loro percorso di apprendimento (capacità individuali, stile cognitivo, metodo di studio);
– ai genitori che vivono situazioni problematiche nel rapporto con i figli;
– agli insegnanti che desiderano approfondire aspetti psico-educativi dei singoli casi.
2. Incontri con le classi
Vengono fissati una serie di incontri rivolti alle classi dell’istituto riguardati le principali problematiche adolescenziali moderne in ottica informativa e preventiva. Nello specifico nella tabella sottostante potrete consultare i progetti da noi proposti:
INTERVENTO | OBIETTIVI |
---|---|
Utilizzo di sostanze | – Incrementare le conoscenze e la percezione del rischio relativo al consumo di sostanze; – riflettere sulle motivazioni psicologico/relazionali che spingono al loro utilizzo. |
Aggressività e Bullismo | – Fornire una chiara mappa concettuale sui fenomeni dell’aggressività tra pari nelle sue diverse forme; – sviluppare competenze personali utili a saper riconoscere e gestire le reazioni emotive e valoriali suscitate dalle situazioni di prepotenza e di disagio nel gruppo classe. |
Autolesionismo | – Aumentare la conoscenza riguardo le condotte autolesive, inclusi i segnali di allarme ed i sintomi; – aumentare i comportamenti di ricerca di aiuto; – ridurre i comportamenti autolesivi. |
Disturbi Alimentari | – Favorire una maggior conoscenza sui disturbi alimentari, sui fattori di rischio, su segni e sintomi; – incrementare le capacità necessarie alla corretta gestione del proprio corpo; – stimolare una buona accettazione di sé, del proprio corpo e della propria immagine corporea. |
Affettività ed Emozioni | – Sviluppare il riconoscimento delle emozioni proprie e altrui; – sviluppare la capacità di scelte autonome e responsabili; – stimolare un atteggiamento positivo nei confronti della sessualità. |
3. Incontri con i genitori
Attraverso questa iniziativa si intende approfondire il confronto tra scuola e famiglia, per arrivare a definire una proposta educativa sempre più condivisa, e dare ai ragazzi la coerenza e la sintonia che hanno bisogno di riconoscere nel comportamento degli adulti di riferimento.
Il Servizio a tal fine organizzerà una serie di incontri da distribuire durante l’arco dell’anno scolastico, ciascuno caratterizzato dalla possibilità di abbinare alla parte informativa un workshop di confronto e approfondimento dei temi trattati.
4. Incontri con gli insegnanti
A seconda dei bisogni formativi dell’utenza il servizio di psicologia effettuerà degli incontri rivolti agli insegnati focalizzati su temi specifici (comunicazione efficace, gestione dei conflitti, stili cognitivi e di apprendimento, esplorazione delle dinamiche del gruppo classe…).
Progetto di Intervento Informativo e Preventivo in Relazione ai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)
PREMESSA
Una delle poche certezze in ambito medico è che una corretta alimentazione rappresenti un fondamentale fattore di salute. Altrettanto certo è che un giusto rapporto con il cibo, soprattutto nella fase di crescita, costituisca il fondamento per uno sviluppo psicofisico equilibrato.
Il comportamento alimentare, quotidiano e indispensabile alla sopravvivenza, può assumere durante l’adolescenza una particolare connotazione di rischio, in relazione soprattutto a due importanti dimensioni dello sviluppo: la percezione di sé e le relazioni sociali tra i coetanei.
I grandi cambiamenti fisici derivati dalla maturazione biologica della pubertà danno l’avvio ad un processo di transizione, introducendo degli elementi di discontinuità nell’immagine di sé ed in particolare in quella corporea.
Nel corso degli ultimi anni il fenomeno del dilagare dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) ha assunto una consistenza particolarmente inquietante. Tali disturbi comprendono patologie legate ad una complessa eziologia multifattoriale, quali l’anoressia nervosa, la bulimia, le sindromi parziali ma anche l’obesità.
I primi sintomi dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) insorgono in età evolutiva e, come testimonia la letteratura scientifica, il tasso di incidenza tende ad aumentare mentre l’età di insorgenza tende sempre più ad abbassarsi, coinvolgendo la fase preadolescenziale.
Gli adolescenti oggi si vergognano per le imperfezioni del proprio corpo e derivano la propria autostima più dalla propria immagine che non da capacità e competenze. I vissuti di inadeguatezza dei ragazzi e la rigidità dei modelli estetici imperanti cui si ispirano li inducono ad attaccare il proprio corpo nutrendolo troppo o troppo poco.
Date queste premesse risulta necessario, dunque, attuare un piano di prevenzione sui DCA; si è, infatti, visto che una buona conoscenza dei principi alimentari e del proprio corpo, unita all’incremento dell’autostima e di comportamenti più salutari (attività fisica moderata, ecc…), siano in grado di ridurre sensibilmente la diffusione di anoressia, bulimia e obesità.
Il progetto proposto consiste in un intervento di promozione alla salute finalizzato a educare i giovani all’autostima, identificando e potenziando aspetti positivi del sé allo scopo di produrre cambiamenti a livello di autopercezione e valori, per giungere, infine, alla modifica dei comportamenti alimentari.
L’obiettivo principale è quello di isolare ed iniziare a sgretolare i modelli legati al culto del corpo e dell’immagine e all’equazione “magrezza-valore”, per sostituirli con conoscenze, attitudini e comportamenti che promuovano l’autoaccettazione e il benessere psicofisico.
FINALITÀ
• Promuovere il benessere generale dei ragazzi
• Promuovere l’autostima degli alunni, mettendoli in grado di realizzare le loro potenzialità fisiche, psicologiche sociali.
• Fornire agli alunni le conoscenze e le capacità necessarie alla corretta gestione del proprio corpo dal punto di vista fisico e psichico.
• Favorire una maggiore conoscenza sui disturbi del comportamento alimentare (DCA) e fornire un contributo rispetto alla prevenzione di tali disturbi.
OBIETTIVI SPECIFICI
• Far comprendere agli studenti il ruolo svolto dai fattori culturali nello sviluppo e nel mantenimento dei disturbi alimentari
• Aiutare gli studenti a rifiutare i messaggi sociali non salutari riguardo la bellezza, la magrezza e la dieta e ad assumere un approccio più critico verso tali pressioni socioculturali
• Illustrare le principali caratteristiche dei disturbi dell’alimentazione
• Acquisire una maggiore consapevolezza del rapporto tra emozioni e cibo
• Offrire spunti di riflessione su alcuni fattori di rischio e di mantenimento dei disturbi alimentari
• Sottolineare il legame tra autostima e preoccupazione per il peso e le forme del corpo nello sviluppo e nel mantenimento dei disturbi dell’alimentazione, facilitando una considerazione più armonica e articolata del sé, in cui l’aspetto fisico, sia pur importante, non sia l’unico valore in base al quale giudicare se stessi
• Promuovere capacità positive nell’affrontare lo stress attraverso l’assertività, l’aumento dell’autostima e il rispetto verso se stessi
• Fornire conoscenze rispetto al significato e valore dei singoli alimenti
• Stimolare una buona accettazione di sé, del proprio corpo e della propria immagine corporea
• Incoraggiare abitudini, comportamenti ed atteggiamenti alimentari più corretti riconoscendo la inappropriatezza fisica e psicologica dell’uso di diete restrittive ed altri metodi finalizzati al controllo del peso
TEMPI E CONTENUTI
L’intervento si svolgerà in sei incontri della durata di 60 minuti ciascuno, da svolgersi durante l’orario scolastico.
Gli incontri previsti saranno organizzati secondo il seguente programma:
INCONTRI | CONTENUTI |
---|---|
I settimana | Presentazione del progetto, discussione dei contenuti e delle finalità. Introduzione ai Disturbi del Comportamento Alimentare e discussione dei fattori di rischio e di mantenimento. Somministrazione di questionario relativo alle proprie abitudini alimentari. |
II settimana | La storia della bellezza nelle varie culture e nei diversi tempi storici. Analisi del ruolo svolto dalla cultura occidentale nello sviluppo e nella perpetuazione dei disturbi alimentari. |
III settimana | Gli alimenti e il concetto di dieta. Si forniscono conoscenze rispetto al significato e al valore dei singoli alimenti e si incoraggiano abitudini, comportamenti ed atteggiamenti alimentari corretti. |
IV settimana | Emozioni e cibo. Introduzione al ruolo delle emozioni e analisi di come queste influiscano sui nostri comportamenti alimentari. |
V settimana | Autostima e valore di sé. Analisi di altri aspetti rilevanti nel definire il valore di una persona. Promozione di una filosofia di auto-accettazione e di un comportamento alimentare ed uno stile di vita salutare. |
VI settimana | Incontro conclusivo. Tiriamo le somme: utili consigli da mettere in pratica. Somministrazione questionario di verifica apprendimenti. |
METODI E TECNICHE
I diversi temi trattati non verranno affrontati attraverso lezioni frontali, ma verranno utilizzati diverse metodologie (lavori in sottogruppi, role-playing, visione di filmati, ascolto brani, ecc.) volte a promuovere discussioni all’interno del gruppo classe e stimolare l’interesse da parte dei ragazzi.
VALUTAZIONE
Al termine del progetto, in seguito all’analisi dei risultati dei questionari e all’andamento degli incontri nelle classi, verrà fornita una restituzione alla scuola su quanto emerso.
Sportello di ascolto a scuola
La scuola, dopo la famiglia, è la principale fonte di formazione e di socializzazione dell’individuo. Non è e non può essere semplicemente un luogo dove avviene la trasmissione delle nozioni e delle
conoscenze teoriche sulle diverse materie di studio.
Al contrario, la scuola è un luogo di vita, dove si sperimentano molteplici esperienze emotive tra
coetanei, dove si impara la convivenza e le regole relazionali per una buona convivenza tra pari e con gli adulti. Alcune di queste esperienze si tramutano in importanti occasioni di crescita che verranno ricordate negli anni, o al contrario potrebbero produrre contrasti, disagi, sofferenza.
La scuola è importante sia per la costruzione della propria identità e del profilo umano, dello sviluppo personale, sia sotto il profilo dell’apprendimento e della preparazione al futuro professionale.
La scuola rappresenta sicuramente l’ambito privilegiato di un intervento psicologico che possa
contribuire ad affrontare le problematiche sempre presenti in tutte le fasi della crescita individuale e a prevenire il disagio giovanile.
OBIETTIVO GENERALE
Prevenire il disagio e promuovere il benessere psicologico degli studenti.
OBIETTIVI SPECIFICI
Lo sportello ha l’obiettivo di fornire un supporto psicologico per affrontare e cercare di risolvere disagi relazionali, emotivi e problemi specifici della fase di crescita di ogni individuo, oppure legati
all’insuccesso, alla dispersione scolastica, al bullismo, o ancora tipicamente connesse al periodo
dell’adolescenza.
Nello specifico:
– Creare uno spazio che accolga i vissuti problematici.
– Aiutare a comprendere le difficoltà presentate.
– Instaurare una relazione di aiuto e di sostegno.
– Valorizzare le capacità e le risorse personali.
– Migliorare le relazioni scolastiche e familiari.
METODOLOGIA
Le attività di ascolto rivolte agli alunni sono effettuate seguendo il metodo del colloquio psicologico,
accogliendo il richiedente in spirito di non-giudizio, indirizzandolo nell’analisi del problema e nella
comprensione del suo vissuto.
Il Servizio offre una consultazione psicologica breve, massimo 5-6 incontri di consulenza
o di supporto psicologico a carattere individuale, limitati nel tempo, generalmente relativi ad uno
specifico problema (es. rendimento scolastico, aspetto emotivo, aspetto relazionale) e privi di intenti psicoterapeutici.
Se, invece, nel corso degli incontri dovessero emergere problematiche che necessitano un maggior
approfondimento, lo psicologo si occuperà di indirizzare lo studente presso un Servizio adeguato.
SEGRETEZZA
I contenuti di ogni colloquio sono strettamente coperti dal segreto professionale. Tuttavia, dovessero emergere delle problematiche su cui fosse importante intervenire dal punto di vista educativo preventivo, lo psicologo fornirà alla Scuola opportune indicazioni.
Un’ulteriore deroga all’obbligo del segreto la si rinviene nell’art.13, comma 1 del C.D. “Nel caso di
obbligo di referto o di obbligo di denuncia… ”
TEMPI E STRUMENTI
Lo Sportello sarà attivo nell’orario scolastico, un giorno a settimana, per gli studenti e gli insegnanti.
Gli incontri avranno durata di 45 minuti, previo appuntamento da richiedere o tramite mail o tramite un responsabile scolastico.
Lo psicologo nell’esercizio della sua professione utilizza oltre al colloquio strumenti e test specifici e riconosciuti sia per attendibilità che validità.
Lo psicologo provvede alla protezione dei test e delle tecniche di assessment entro i limiti di legge.